La salute delle donne lavoratrici dipende anche da com’è organizzato il lavoro. Vi sono organizzazioni del lavoro che penalizzano maggiormente la salute delle donne rispetto a quella degli uomini. Questo è quanto emerge da uno studio svolto congiuntamente dall’IRES Piemonte, dall’Unità epidemiologica dell’ASL TO3 e dall’Università di Torino, utilizzando i dati raccolti da un’indagine europea.
È il caso della produzione snella, un modello organizzativo che mira all’ottimizzazione dei tempi e al miglioramento continuo dei processi produttivi. Altri modelli organizzativi come la ‘produzione riflessiva’ e ‘la produzione tayloristica’, pur presentando impatti sulla salute, non mostrano differenze significative tra donne e uomini. L’analisi conclude che la ‘produzione riflessiva’ rispetto alla produzione snella, potrebbe essere favorevole alle donne, forse a causa di una quantità più limitata di lavoro di squadra e un grado inferiore di vincoli gerarchici caratteristici di questo tipo di organizzazione. Questo studio si differenzia da altri studi che indagano la relazione tra salute e condizioni di lavoro in quanto fa riferimento a modelli organizzativi, ossia ad un insieme di condizioni di lavoro che nel loro complesso rappresentano una scelta organizzativa dell’impresa. In questo modo si offre la possibilità di riflettere su un modello organizzativo e non su singole condizioni di lavoro, che - modificate in modo isolato dalle altre - potrebbero non produrre il beneficio sperato.
Scarica l'articolo di Maria Cristina Migliore, Fulvio Ricceri, Fulvio Lazzarato, Angelo d'Errico, pubblicato su International Archives of Occupational and Enviromental Health, Editore Springer